Oggetto umile ma dalla lunga storia, la matita diventa profumata

È uno degli oggetti più umili e familiari che si possegga, ma anche uno dei meno conosciuti, sottovalutati e inesplorati. Eppure la matita è frutto di secoli di studi, esperimenti e scoperte, come scrisse Leonard Read nel saggio I Pencil del 1958. Il processo di lavorazione che porta alla sua creazione è, infatti, molto complesso: serve il legno, quindi alberi, meglio se coltivati appositamente, e uomini che si occupino del taglio, del trasporto e della lavorazione.

Ancora. Occorrono gli strumenti per dare forma e colore alla matita. E bisogna procurarsi l’argilla, che funge da fissante, e la grafite, materiale primordiale come racconta il video A Sketchy History Of Pencil Lead, disponibile su YouTube. Insomma, le matite sono curiosi oggetti di design e sofisticati mezzi di comunicazione.

Comunicazione che oggi può essere profumata. Mizensir e Caran d’Ache hanno, infatti, unito il loro savoir-faire per creare quattro matite profumate, che combinano pregiata grafite e nobili legni di ayous e tiglio, compatti, leggeri e facilmente temperabili. La fragranza che “esce con le parole” è Mémoire d’Ecolier, creata da Alberto Morillas: memorie di uno scolaro con note di cedro della Virginia e dell’Atlante, liquirizia, palissandro e betulla.

 

foto ufficio stampa

Margherita Tizzi

Giornalista, scrive su Vogue Italia, Amica e Grazia. È co-founder di Eccetera, studio specializzato nella creazione di progetti editoriali su misura, online e offline. E, dal 2013, su questo webzine racconta storie di luoghi, di fatto a mano e made in Italy, di cultura, arte e lifestyle.

No Comments Yet

Comments are closed