Expo 2015: la Milano romana

Mediolanum, per la sua posizione strategica, è stata fondamentale per l’espansione territoriale ed economica dell’Impero Romano tant’è che fu elevata a municipium nel 49 d.C.. Per questo fu dotata del foro, di un teatro e di molteplici terme. Raggiunse il massimo splendore quando Massimiano Augusto (239) scelse di risiedervi stabilmente facendone la capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Prima di perdere importanza a causa del trasferimento della capitale a Ravenna, diventando preda delle invasioni barbariche, divenne simbolo del Cristianesimo grazie all’opera di sant’Ambrogio.

Cosa rimane oggi della Milano romana? Tantissimo, motivo per cui la “cittadina” di Expo s’ispira a un castrum latino dove i Padiglioni si affacciano su un cardo e un decumano.

Il nostro viaggio nella Milano romana inizia dal Museo Archeologico all’interno dell’ex Monastero Maggiore, in corso Magenta, dove sono conservati i frammenti di pavimenti a mosaico di terme costruite tra il primo e il quarto secolo d.C., i resti di una domus romana del I secolo e un tratto delle mura romane del IV secolo con una torre poligonale, conservata intatta fino al tetto e riutilizzata in epoca medioevale come cappella  del Monastero. Nel complesso si trova anche una seconda torre romana di pianta quadrangolare appartenente al Circo tardo romano, riutilizzata come campanile della chiesa monastica già prima del Mille, quando venne aggiunta una loggia colonnata a coronamento della struttura.

D’obbligo la visita all’adiacente chiesa di San Maurizio, sorta all’estremità dell’antico palazzo imperiale romano e letteralmente ricoperta di affreschi cinquecenteschi, molti dei quali di Bernardino Luini. I resti di quella della sontuosa residenza dell’imperatore sono invece visibili poco più avanti, nell’area degli scavi di via Brisa, dove si affacciavano anche le ville delle famiglie più ricche e potenti, molte delle quali dotate di terme private. Gli archeologi ne hanno contate circa 40 sotto le odierne abitazioni della borghesia meneghina.

Continuiamo su via Brisa e via Morigi fino a sbucare in piazza Mentana. Giriamo a destra in via Circo dove si svolgevano le corse di bighe e cavalli; il nome e gli scavi archeologici lo testimoniano. Proseguendo in via Santa Marta si raggiunge la Borsa in piazza Affari – nei sotterranei è stato riportato alla luce il Teatro del I secolo, dove si esibivano attori, acrobati e si svolgevano battaglie navali – e piazza San Sepolcro. Nella cripta sono conservati i resti del pavimento del Foro che comprendeva anche la confinante Biblioteca Ambrosiana dove, tra l’altro, è conservato il cartone (formato 1:1) per la Scuola di Atene di Raffaello. Altri lasciti romani si possono scorgere nei capitelli del vicino palazzo della Ragione, il “sant’Ambrogio con le tette” in una nicchia del palazzo dei Giureconsulti in via Mercanti e in Duomo, dalla vasca del fonte battesimale proveniente da una domus al sottostante battistero di san Giovanni alle Fonti dove sant’Ambrogio battezzò sant’Agostino.

Il tour prosegue in San Lorenzo Maggiore – ci si arriva passeggiando per via Torino e corso di Porta Ticinese. L’impatto è ogni volta imponente, sorprendente: le alte e slanciate colonne romane provenienti da un edificio del II secolo cingono lo spazio davanti alla basilica dove spicca la statua bronzea di Costantino. Probabilmente chiesa palatina, San Lorenzo è stata costruita a partire dal IV secolo con materiali recuperati da antichi palazzi romani. E’ il più imponente edificio a simmetria centrale dell’Occidente cristiano e vanta la cupola più grande di Milano, voluta nel ‘500 da Carlo Borromeo. Dopo uno sguardo ai resti dell’anfiteatro in via De Amicis, non vi resta che farvi investire dalla bellezza della basilica di sant’Eustorgio: navate romaniche, sepolcreto paleocristiano e, soprattutto, la meravigliosa Cappella Portinari dove Vincenzo Foppa ha dipinto un ciclo di affreschi sui miracoli e la morte del domenicano san Pietro Martire. Il santo è sepolto nell’arca marmorea (1339) di Giovanni di Balduccio al centro della cappella.

Dove fare una sosta

Le drogherie milanesi un tempo si chiamavano fondeghee. Oggi ne restano due: l’Antica drogheria di via Cappuccio e la Soana di corso Magenta, specializzata nella vendita di tè proveniente da ogni parte del mondo da abbinare a biscotti ancora venduti in grandi scatole di latta. Per un pranzo o una cena prenotate a La Brisa (via Brisa 15), per gustare specialità lombarde e italiane in un silenzioso giardino ombreggiato da tigli.

Curiosità

Nel 1919 il pasticcere Angelo Motta aprì un forno in via Chiusa dove, riprendendo l’antica ricetta a lievitazione naturale, rivoluzionò la forma e l’impasto del panettone. Da quel momento sarà alto, a cupola di battistero.

Milano

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area archeologica di via Brisa
Milano qc terme
Qc Terme Milano

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Articolo pubblicato su Style Il Giornale – agosto 2015.

Margherita Tizzi

Giornalista, scrive su Vogue Italia, Amica e Grazia. È co-founder di Eccetera, studio specializzato nella creazione di progetti editoriali su misura, online e offline. E, dal 2013, su questo webzine racconta storie di luoghi, di fatto a mano e made in Italy, di cultura, arte e lifestyle.

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