Longines: ecco il museo dedicato alla storia della “clessidra alata”

Immersi in un immacolato silenzio si lasciano trasportare dal tempo, dal tempo che scorre sotto le loro preziose mani. Dal tempo che loro creano, pezzettino dopo pezzettino, lancetta dopo lancetta.

E’ a Saint-Imier che vengono confezionati senza l’aiuto di macchine industriali, e soprattutto da donne, i circa 1,4 milioni di Longines acquistabili ogni anno in giro per il mondo. Ebbene sì, tutti qui, dove si fabbrica il meccanismo, dove si assembla il movimento e l’orologio, dove si realizza il packaging finale. Dalla materia prima al prodotto, un prodotto che può richiedere anche una settimana di minuzioso lavoro.

Un lavoro tutto artigianale, dunque, raccontato nel Museo Longines, che ripercorre la storia del marchio dalla clessidra alata, presentando un’eredità che affonda le proprie radici nella tradizione, nell’eleganza e nelle prestazioni. Ecco, allora, orologi unici d’alta manifattura, strumenti di navigazione, apparecchi di cronometraggio, nonché foto, cartelloni, film e documenti d’archivio (per informazioni sulle visite: museum@longines.com).

La storia

Tutto iniziò nel 1832, quando Auguste Agassiz decise di creare un “comptoir d’établissage” nel paesino svizzero non lontano da Neuchatel. Con questo sistema gli orologi venivano prodotti in casa dagli artigiani specializzati, mentre l’imprenditore s’incaricava dell’assemblaggio finale e della commercializzazione. Con i suoi segnatempo, l’azienda conquistò subito il mercato internazionale, soprattutto quello statunitense. 

Poi, nel 1867, Ernest Francillon succedette ad Agassiz e inaugurò il primo edificio capace di raggruppare le diverse fasi di produzione di un orologio. Nacque così la manifattura di Les Longines, che prende il nome della località dove sorge e che nel dialetto locale significa “prati allungati”. Così, da quel momento in poi i segnatempo saranno identificabili dal titolo Longines e dal logo della clessidra alata.

Il Museo

Forte di una tradizione secolare, Longines ha saputo tutelare la sua memoria lungo un percorso espositivo che sorprenderà i collezionisti. Nel museo, infatti, si custodiscono i circa ottocento libri di établissage, che svelano, pagina dopo pagina, i segreti di orologi storici, dagli esordi nel 1867 al 1969. In quegli antichi cataloghi si annotava il codice, il tipo di movimento e il materiale usato per produrre il prodotto, fino alla data di vendita da parte dei rappresentanti Longines nel mondo. Un’inestimabile fonte d’informazioni, dunque, seguita dall’esposizione di icone che disegnano i 180 anni di tradizione e di sviluppo: dall’orologio da tasca con scappamento a verga, allo scappamento ad àncora; dall’orologio da polso con movimento meccanico, ai movimenti al quarzo, passando per i calibri a carica automatica.

E se i progressi tecnici del marchio scandiscono il percorso dell’esposizione, ecco il calibro 20H, primo dispositivo di cronometraggio fabbricato da Longines, il leggendario calibro 13ZN per cronografo da polso, il calibro 22A, primo movimento del brand a carica automatica brevettata, e il primo calibro al quarzo cibernetico per orologio da polso chiamato Ultra-Quartz. Non solo. Grazie alla loro affidabilità, precisione, solidità e alle inedite tecnologie, i segnatempo dalla clessidra alata hanno contribuito al successo di numerose imprese, accompagnando spedizioni esplorative su terre impervie e mari in tempesta e aiutando a stabilire record di aviazione. Pensiamo, tra gli altri, a Charles Lindbergh, Philip van Horn Weems, Roald Amundsen, Amelia Earhart e Paul-Emile Victor.

E se dal 1878 Longines vanta un forte legame con il mondo dello sport, eccolo sviluppare tecnologie in grado di misurare il tempo con una precisione sempre maggiore: il calibro 20H, il primo cronografo prodotto nel 1878 e presente negli ippodromi americani dal 1881; il sistema di cronometraggio automatico chiamato “taglio del filo” (1912); il primo meccanismo che abbina immagine di controllo all’arrivo e tempo misurato con la Photogines (1952); il Contifort (1956), il dispositivo che associa immagine in movimento e cronometraggio. In virtù di questa storica associazione, ancora oggi Longines supporta diverse competizioni equestri, dello sci alpino, del tennis, della ginnastica artistica e del tiro con l’arco, tutte discipline che rispecchiano i valori fondamentali della brand, precisione ed eleganza. Elegance is an attitude. L’eleganza, lungi dall’essere solo un’apparenza, deve ritrovarsi in tutti gli aspetti di un gesto o di una personalità.

Ph Longines, Margherita Tizzi

Margherita Tizzi

Giornalista, scrive su Vogue Italia, Amica e Grazia. È co-founder di Eccetera, studio specializzato nella creazione di progetti editoriali su misura, online e offline. E, dal 2013, su questo webzine racconta storie di luoghi, di fatto a mano e made in Italy, di cultura, arte e lifestyle.

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