Come prendersi cura delle labbra? La storia di Labello

Si muovono tutto il giorno per trasmettere pensieri e parole d’amore, per educare e insegnare, per conoscere e lavorare, per aiutare e giudicare, per riempire la nostra vita. Ecco perché la cura delle labbra ha interessato l’umanità sin dall’inizio dei tempi.

Parte fondamentale del viso, questa zona è priva di ghiandole sudoripare e adipose, di peli e di melanina, e per questo è particolarmente soggetta agli agenti esterni come il sole, il freddo, il vento e la neve. Non solo. Avendo capacità ridotta di trattenere l’idratazione, si secca e si screpola molto facilmente. Come prendersi cura delle labbra?

Antichi rimedi

Se 5000 anni fa le donne mesopotamiche usavano solo abbellirsi le labbra con gioielli sbriciolati, i più antichi trattamenti per la bocca risalgono al 3.500 a.C. e sono stati scoperti durante gli scavi nella città sumera di Ur. Passiamo all’antico Egitto: se Nefertiti è considerata la prima maestra di cosmetica, Cleopatra rinforzava le labbra con quel particolare colore ricavato dai pigmenti di coleotteri e formiche.

Nel XVI secolo Elisabetta I d’Inghilterra ostentava labbra fresche, rosa e piene grazie a una miscela di cera d’api, mentre in epoca barocca Augusto II il Forte (1670–1733) donò alla sua amante, la contessa Maria Aurora di Königsmarck, un balsamo che valeva oltre diecimila fiorini. Nel 1805 la lista degli ingredienti di una “pomata rossa per labbra” comprendeva: “mezza libbra di burro fresco non salato e due once di cera pura, del rosso Corinto, da uno a tre parti di radice di alcanna, e, per il profumo, un cucchiaio da tè di acqua di fiore di melograno concentrata”.

Poi fu Labello

Nel 1890 il farmacista Oscar Troplowitz (1863–1918) acquistò il laboratorio che Paul C. Beiersdorf aveva ad Altona (oggi quartiere di Amburgo) per sviluppare, nel 1909, il Labello, dal latino labium (labbra) e bellus (bello), un balsamo per le labbra.

La confezione di Labello, un portastick di metallo per burrocacao, fece scalpore perché gli altri prodotti per le labbra venivano venduti o su un bastoncino avvolto nella carta o come pomata solida. Un’innovazione che nel tempo si sarebbe rivelata un grande successo: a partire dagli anni ’30 del 1900, infatti, il prodotto era già disponibile in oltre 30 paesi.

Nel 1922 la lattina venne sostituita da un astuccio in alluminio più facile da usare, ma durante la Seconda Guerra Mondiale e nel dopoguerra questo materiale scarseggiò, quindi anche il Labello. Si rese così necessario trovare nuove idee e nel 1953 nacque il packaging in plastica bianca. Il classico Labello blu venne, invece, lanciato nel 1973, mentre nel 1978 arrivò Labello Med, con fattore di protezione solare e altri ingredienti lenitivi.

Labello oggi

Beiersdorf produce circa 160 milioni di stick all’anno. C’è il best seller Labello Classic Care, nuovo nel design e nel colore ma comunque tradizionale, e altre sue 13 versioni con ingredienti e aromi diversi, dalla fragola alla ciliegia, dal latte e miele alla camomilla, dalla pesca all’anguria. Tutte queste nuove formule contengono più pantenolo, un ingrediente conosciuto per le sue proprietà rigeneranti, grazie al quale il balsamo ha un effetto idratante fino a 12 ore.

Infine, le novità: i Labello Care & Colour, per labbra belle, curate e colorate (Nude, Rosé e Red) e i Lip Butter Raspberry Rosé e Lip Butter Vanilla & Macadamia, dalla formula burrosa e ultra ricca.

Ph archivio Labello, acquerelli di Alessandro Tizzi

publiredazionale realizzato in collaborazione con Labello

Redazione

Redazione di Moda a Colazione

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